Libro di MicroeconomiaScarsità delle risorse e costo opportunità: due concetti chiave in Economia

Nel precedente messaggio ti ho anticipato che avrei cominciato a scrivere alcuni articoli basandomi sui preziosi contenuti del libro di Microeconomia scritto da Katz e Rosen ed edito da McGraw-Hill, su cui ho studiato durante il primo anno di Economia (questo il link all’ultima versione del 2024). Si tratta della prima edizione portata in Italia, stampata nel lontano 1996, per cui alcuni argomenti potrebbero essere presentati diversamente nelle edizioni più recenti. Sono però confidente che la parte succosa del testo è ancora validissima (d’altronde quando fai un prodotto di qualità, questo è destinato a durare nel tempo).  

Oggi cominciamo con 2 concetti fondamentali dell’Economia, che vengono introdotti dagli autori nel primo capitolo del libro ma che lo studente di Economia si porterà dietro per sempre, ed incontrerà in moltissimi scenari: la scarsità delle risorse ed il costo opportunità (e di colpo mi sento ringiovanito di 20 anni 😊).  
Partiamo col definire il più semplicemente possibile cosa si intende con la scarsità delle risorse economiche. Gli autori utilizzano il confronto tra le economie sovietiche e le economie di mercato per introdurre l’argomento. Io andrò diretto al punto e farò poi degli esempi. 
Quello che intendiamo con il concetto di scarsità delle risorse è, come si può facilmente intuire, che sostanzialmente tutte le risorse che abbiamo a disposizione sono scarse, cioè non abbiamo a disposizione una quantità infinita e non siamo materialmente in grado di produrre una quantità di prodotti in grado di soddisfare le esigenze di tutti i consumatori del mondo, per tutti i prodotti del mondo.  
Facciamo alcuni esempi. Chi vive in un paesino di montagna sulle Alpi potrebbe pensare che l’acqua sia disponibile in quantità illimitata, ed in alcuni posti è certamente abbondante ma: 

  1. Anche in zona tradizionalmente ricche di acqua come la Pianura Padana, nel corso delle ultime estati si è sempre più spesso parlato di siccità e razionamenti idrici: in pratica ciò che era abbondante 50 o 100 anni fa, non lo sarà necessariamente per sempre 
  2. Espandi l’orizzonte: prendiamo ad esempio il deserto del Sahara (o un altro deserto a tua scelta!). Lì non solo l’acqua non sarà abbondante ma per buona parte del territorio e per buona parte dell’anno sarà del tutto assente. Anche in questo caso quindi, ciò che potrebbe essere vero per alcune persone, non lo è per altre.  

Qualcuno allora potrebbe obiettare che il sole sia una risorsa di energia illimitata (oltre che gratuita). Purtroppo anche in questo caso non è proprio così: intanto non è possibile sfruttare l’energia del sole in maniera gratuita; per farlo infatti abbiamo bisogno di installare dei pannelli fotovoltaici, per un investimento di diverse migliaia di euro (a seconda dell’impianto). Inoltre, come sa bene chi ha un impianto fotovoltaico, la quantità di energia prodotta in una piovosa giornata di Dicembre o in una assolata giornata di Giugno sono drammaticamente differenti. Per non parlare poi del fatto che, ovviamente, durante le ore notturne la produzione è uguale a 0.  

Qualcun altro invece sostiene che il denaro potrebbe non aver alcuna limitazione: basterebbe stampare tutto il denaro di cui si ha bisogno e risolveremmo tutti i problemi del mondo: ahimè, anche questa volta si tratta di un errore. Nel brevissimo periodo infatti una enorme quantità stampata di denaro potrebbe aiutare per poter comprare molti beni che altrimenti non ci potremmo permettere; ma nel medio e lungo periodo in realtà questo effetto sarebbe del tutto annullato, se non addirittura portatore di più danni che benefici, a causa dell’elevatissima inflazione che genererebbe. Non affronterò qui ed ora l’argomento (ma spero di ritornarci in futuro), ti lascio solo con una domanda: se la soluzione fosse stata così semplice, ci avrebbe già pensato qualcuno ad applicarla, no? 😊  

Per risorse poi possiamo intendere tutte le materie prime che servono per produrre gli oggetti che utilizziamo, indossiamo e compriamo tutti i giorni (come ad esempio il petrolio, il ferro, il legno, l’oro, il grano ecc.): ebbene anche per tutte queste, non ci sarà un caso soltanto di risorsa che non possa essere considerata scarsa, ovvero non sufficiente a coprire tutte le esigenze del mondo. 
Oppure possiamo considerare ciò che normalmente nei modelli economici sono le risorse che servono a far funzionare un sistema produttivo, il lavoro (cioè le risorse umane, le persone che fisicamente lavorano in un’azienda) ed il capitale (cioè l’azienda stessa, con i suoi capitali necessari per farla funzionare ed acquistare i fabbricati ed i macchinari). 
Anche in questo caso, come avrete certamente intuito avremo scarsità di risorse. Cioè le aziende saranno sempre alla ricerca di nuove figure professionali che possano renderle sempre più competitive e non avranno mai tutte, tutti i macchinari che vorrebbero.  
Spero di averti convinto di questo concetto, che è fondamentale per introdurre il successivo.  
Ora, se è vero che abbiamo scarsità di risorse a disposizione, ne possiamo trarre una importante conclusione: le singole persone, e la società nel suo complesso, si trovano a dover scegliere tra un numero limitato di possibilità. Un consumatore che sceglie di comprare un certo prodotto o una azienda che sceglie di produrre un certo prodotto, si trovano entrambi nella situazione di dover rinunciare a qualcos’altro. 
Se scelgo di comprare una macchina nuova, dovrò probabilmente rinunciare a fare 2 settimane di vacanze al mare e mi accontenterò di una soltanto. Allo stesso modo una azienda alimentare che possiede un macchinario per produrre i grissini ed i cracker dovrà decidere qual è la quantità ottimale di ciascuno dei 2 prodotti, perché nel momento in cui utilizzerà il macchinario per produrne uno non lo potrà utilizzare per l’altro. 

Questi esempi appena fatti introducono il concetto di costo opportunità, ovvero il valore di ciò a cui rinuncio per produrre (o comprare un oggetto). In altre parole se l’azienda di cui sopra, aumenta la produzione di grissini utilizza risorse (la farina ed il macchinario) che avrebbero potuto essere utilizzate per produrre cracker. Pertanto il costo opportunità di produrre grissini, è rappresentato dal valore del bene a cui rinuncio, cioè i cracker in questo esempio. 
Naturalmente il concetto di costo opportunità è vero per i singoli individui, come per la collettività nella sua interezza. 
Prendendo ad esempio la spesa pubblica italiana, si potrebbe dire che il costo opportunità del bonus 110% è il valore della migliore alternativa a cui abbiamo dovuto rinunciare (ce ne sarebbero moltissime come l’istruzione, la sanità la ricerca eccetera) per destinare i soldi al 110%. 
In altre parole potremmo dire che gli italiani nel loro complesso (per tramite dei politici da essi votati) hanno ritenuto prioritario destinare molti soldi alla ristrutturazione di poche case, piuttosto che investire quegli stessi denari per una scuola o una sanità più efficiente. 
In conclusione, il costo opportunità è un concetto fondamentale che ci aiuta a comprendere il valore delle scelte non fatte. Ogni decisione che prendiamo, sia essa grande o piccola, comporta la rinuncia a un’alternativa potenzialmente preziosa. Che si tratti di decidere come investire il nostro tempo, i nostri soldi o le nostre risorse, il costo opportunità ci fornisce una lente attraverso cui valutare le nostre azioni in termini di ciò che abbiamo sacrificato. 
Quindi, la prossima volta che ti troverai di fronte a una decisione, chiediti: “Qual è il costo opportunità di questa scelta? A cosa sto rinunciando, selezionando questa opzione?”

Questa semplice domanda potrebbe guidarti verso decisioni più informate e, perché no, verso una vita più ricca e appagante. 
 
Hai dubbi o domande? Ti è piaciuto questo articolo? Fammelo sapere con un commento. 
 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *